Diritti civili. Un argomento più che mai attuale, un dibattito doverosamente necessario. IdealMentre propone due punti di vista diversi sul tema.
Per stimolare una riflessione, riflettere sulle azioni future e ricordarci che non si tratta di una questione riguardante esclusivamente un gruppo ristretto di persone. Ma di tutti quanti noi.
CAMBIARE LE PAROLE PER CAMBIARE L’UOMO
di Giuse Petiti
Credo che un primo passo per uscire dalle tante crisi che stiamo vivendo sia quello di ricominciare a dare senso alle parole. C’è in giro una voglia, forse una moda, forse un preciso disegno di far dire alle parole una cosa diversa da quello che è il loro significato. E’ quello che si chiama politically correct, un orientamento culturale che ci sta invadendo e che vuole renderci tutti anestetizzati di fronte ai drammi che si stanno consumando all’interno della nostra società.
Sentiamo la parola eutanasia, la traduciamo dal greco,e ci tranquillizziamo sentendo parlare di dolce morte. Parole per farci digerire l’omicidio di persone vecchie, malate, sole e depresse. Ci fanno credere che esista una dolcezza nel morire e nel dare la morte, ci aiutano ad azzittire la coscienza che umanamente urla tutta la voglia di vivere e di far vivere.
Sento parlare di matrimonio omosessuale e non capisco. Per fare un matrimonio, da latino matrimonium, formato dal genitivo singolare di mater (ovvero matris, mamma) unito al suffisso –moniumal sostantivo munus ‘dovere, compito’*1) ci vuole una mamma. Guardo al cantante Elton John e al suo marito e non vedo una madre. Cosa succede? Provano a cambiare il significato delle parole per cambiare la realtà. Mi sembra una cosa impossibile. Eppure ci spiegano che sono i nuovi diritti, matrimonio per tutti. Diritti ? No questi sono le voglie e i piaceri degli adulti che diventano diritti.
Nascono nuove parole edulcorate, per esempio: maternità surrogata o assistita, gestazione di sostegno o per altri. Parole inventate per coprire un nuovo sfruttamento, quello degli uteri in affitto. Donne ricche oppure coppie gay che non potendo soddisfare il loro desiderio di avere figli, pagano donne bisognose perché diventino macchine da figli. Si vuole far credere che si possa fare un figlio senza entrare in relazione con esso. Fine dell’amore materno. Una cosa contro natura, una pratica inumana.
Presto sentiremo parlare anche di aborto post parto, un modo per farci digerire l’omicidio di bambini subito dopo la nascita perché non perfettamente sani. Stà già succedendo e c’è già qualcuno che lo propaganda come l’ultima frontiera dei diritti umani. Sono due ricercatori italiani Alberto Giubilini e Francesca Minerva, che hanno pubblicato sul Journal of Medical Ethics e l’articolo ha un titolo eloquente: Aborto post-natale: perché il neonato dovrebbe vivere?.
I due studiosi, rispettivamente dell’Università di Milano e della University of Melbourne, sostengono che uccidere un neonato «dovrebbe essere permesso in tutti i casi in cui lo è l’aborto, inclusi quei casi in cui il neonato non è disabile». Le premesse sono che i feti e i neonati non hanno lo stesso status morale delle persone vere, il fatto che entrambi siano persone potenziali è moralmente irrilevante e l’adozione non è sempre nel miglior interesse delle vere persone**».
Ciò che sembra incivile e brutale oggi potrebbe diventare accettabile spiegandolo con parole digeribili. Il politicaly correct ci sta rendendo insensibili, ci fa credere che l’uomo può essere manipolato, usato, maltrattato ucciso tutto per i suoi diritti. Dobbiamo provare a dire basta a tutto questo, dobbiamo tornare al più presto a dare senso alle parole, per potere trovare la verità, per potere restare ancora umani.
* Dal sito dell’Accademia della crusca
** Da un articolo di Vanity Fair del 01/03/2012
MA I LAICI NON VOGLIONO MINACCIARE LA LIBERTA’ DEI CATTOLICI
Di Carlo Gamna
Due cose mi sorprendono riguardo la posizione che alcuni cattolici assumono su temi sensibili in materia di diritti civili (ad esempio: riconoscimento di diritti alle unioni di fatto, eutanasia, aborto):
1- vogliono imporre, attraverso la legge, le pratiche di vita dettate dalla loro morale.
Comunque la si pensi in tema di diritti civili, è presente una netta asimmetria nel dibattito in corso: NESSUNO VUOLE IMPORRE AI CATTOLICI UN COMPORTAMENTO CONTRARIO ALLA LORO MORALE, nessuna proposta di legge in discussione al Parlamento minaccia la libertà dei cattolici di seguire i precetti della Chiesa. Al contrario, i cattolici più intransigenti vogliono obbligare tutti (cattolici, protestanti, atei, buddisti etc…) a seguire i precetti della fede cattolica, o almeno un numero considerevoli di essi.
Ad esempio: chi è favorevole al matrimonio tra persone dello stesso sesso non vuole in nessun modo obbligare i cattolici a diventare omosessuali per potersi sposare. Al contrario, alcuni cattolici vogliono vietare agli omosessuali la possibilità di sposarsi.
Chi non vuole restare attaccato per decenni alle macchine in caso di stato di coma vegetativo permanente ed è favorevole all’eutanasia (o al rifiuto delle cure, comprese l’alimentazione e l’idratazione artificiale) non vuole obbligare i cattolici a staccare le macchine che li tengono in vita. Al contrario, alcuni cattolici vogliono obbligare tutti i cittadini a restare attaccati alle macchine per anni e anni anche contro la loro volontà.
Chi era favorevole al divorzio non intendeva in alcun modo obbligare le coppie sposate a separarsi, semplicemente voleva concedere la possibilità di divorziare a chi desiderasse farlo. Al contrario, chi con il referendum del 1974 voleva abrogare la legge sull’interruzione di gravidanza, intendeva obbligare tutte le coppie unite dal vincolo matrimoniale a restare sposate per sempre.
In sostanza: i laici assumono una posizione liberale in tema di diritti civili: riconoscono una sfera privata in cui lo Stato (attraverso la legge) non deve entrare perché deve essere lasciata libertà di scelta all’individuo. Saranno i cittadini a scegliere se divorziare, abortire, sposarsi, restare attaccati al respiratore artificiale oppure no. Alcuni cattolici invece assumono una posizione proibizionista: alcune pratiche sono consentite (quelle conformi alla loro fede), le altre vanno vietate.
2- Alcuni cattolici danno l’impressione di non rendersi conto che per valutare le conseguenze dei matrimoni (o unioni civili) tra persone dello stesso sesso (o dell’eutanasia, o del rifiuto delle cure, o della fecondazione eterologa,…) non è saggio affidarsi alle proprie (scarse) capacità di previsione del futuro: è sufficiente guardare a ciò che avviene nelle nazioni vicine a noi! Personalmente trovo molto sorprendente che i cattolici contrari ai matrimoni gay si rifiutano di riconoscere che nei paesi europei in cui da anni gli omosessuali possono sposarsi (Gran Bretagna, Olanda, Spagna, Francia), le famiglie tradizionali non diminuiscono di numero rispetto ai paesi in cui le unioni civili non vengono riconosciute dalla legge. Nonostante le statistiche non lascino spazio a dubbi in proposito, ancora capita di leggere articoli in cui si profetizza la fine della famiglia tradizionale nel caso in cui anche agli omosessuali venisse concessa la possibilità di sposarsi.
In sostanza alcuni cattolici non hanno ancora sorprendentemente capito che concedere dei diritti a chi non ne ha (gli omosessuali), non costituisce una minaccia per i diritti altrui (le famiglie eterosessuali), al contrario: ha la conseguenza di accrescere il benessere di tutta la nazione.
Per fortuna il proibizionismo e il rifiuto di guardare a quello che succede al di fuori dell’Italia sono due atteggiamenti adottati solo da alcuni fedeli. Sarebbe infatti un errore grossolano generalizzare ed attribuire a tutti i cattolici una posizione contraria alle unioni civili tra persone dello stesso sesso, all’eutanasia, o alla fecondazione assistita. Anche i vertici ecclesiastici nelle ultime settimane hanno lanciato segnali inequivocabili di apertura nei confronti, per esempio, degli omosessuali: basta guardare al recente Sinodo dedicato alla famiglia (“i gay hanno molto da offrire alla comunità”) o alle parole di Papa Francesco: “Chi sono io per giudicare un gay?”
La laicità e il rispetto delle scelte di vita diverse dalle proprie sono valori largamente riconosciuti tra i cattolici. Ed è indubbio che le battaglie per i diritti civili in Italia sono state portate avanti anche con il contributo di moltissimi credenti, sovente attivi in prima persona nel sociale ed in politica. Anche grazie al loro contributo e al sostegno della maggior parte dei cattolici oggi è legittimo sperare che l’Italia stia per voltare pagina e vivere una nuova stagione all’insegna dei diritti civili che ci riporti al fianco delle altre democrazie occidentali.
#megliotardichemai #loveislove #eutanasialegale #libertàdiscelta
Ricordiamoci che i latini mentre coniavano il termine “matrimonium, formato dal genitivo singolare di mater (ovvero matris, mamma) unito al suffisso –moniumal sostantivo munus ‘dovere, compito’” organizzavano orge omosessuali con i ragazzini.
Rileggendo bene l’articolo, chi sono, in realtà, quelli che provano a cambiare significato alle parole per cambiare la realtà?
Tre domande all’autore del primo articolo.
-Se tuo figlio venisse a casa e ti dicesse che ama un uomo e che il suo sogno più grande è sposarlo, che cosa gli risponderesti? Lo sbatteresti fuori di casa, tenteresti di convincerlo che sta facendo un errore madornale?
-Conosco una persona, che purtroppo non c’è più, che ha sofferto per anni di un bruttissimo male che le procurava dolori indicibili ed inimmaginabili per tutto il giorno. Perché questa persona non può avere il diritto di dire BASTA? Chi sei tu per giudicare?
-Anche il Papa che ha detto “chi sono io per giudicare un gay” è da condannare?
Grazie.
Se mio figlio mi dicesse che ama un altro uomo gli direi, vai a convivere ti do una mano a mettere su casa ma per favore lascia stare i bambini. I bambini non sono diritto di nessuno, ma hanno dei diritti che voi due non potete garantirgli.
quella persona ha diritto a dire basta esistono le cure pagliative , se invece vuole l’eutanasia (suicidio) ritengo che uno stato non può aprire una porta che porta come in Olanda all’ ‘eutanasia per i bambini, a me fa troppo paura che uno che ha la patria potestà può decidere su di me, perchè invecchiando e diventando ancora più rimbecillito di quello che sono, qualcuno che ha la mia tutela potrebbe decidere per me di farla finita. E’ già successo in Italia.
E’ in gioco la tutela dei più deboli, dei dementi, dei vecchi di quelli che la nostra società scarta.
Nel mio articolo ho condannato qualcuno? non me ne sono accorto e me ne scuso se è sembrato fosse così. Me la sono presa con le parole e con chi usa quelle parole, che cambiano di significato e che riducono i diritti dei più deboli,primo fra tutti il diritto alla vita.
Papa francesco e le sue parole, come si fa a non essere d’accordo con lui con tutte le sue parole, perchè la frase completa è questa “Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla? Il catechismo della Chiesa cattolica dice che queste persone non devono essere discriminate ma accolte.” Sottoscrivo ogni singola parola. W Papa Francesco.
“Nel mio articolo ho condannato qualcuno? non me ne sono accorto e me ne scuso se è sembrato fosse così.”
Giuse, tu hai scritto:
“Sentiamo la parola eutanasia, la traduciamo dal greco, e ci tranquillizziamo sentendo parlare di dolce morte. Parole per farci digerire l’omicidio di persone vecchie, malate, sole e depresse.”
il che significa che non solo condanni moralmente coloro che praticano l’eutanasia, ma addirittura li INCRIMINI perché commettono un delitto come l’omicidio!!
Non ho niente contro le unioni delle persone dello stesso sesso. Ma, per favore, non venitemi a dire che sono un nazista se penso che un bambino debba avere bisogno di un PAPA’ e una MAMMA.
permettetemi: soprattutto di una MAMMA.
con questo nn voglio dire che due gay non vorrebbero bene al bimbo: però, andiamo, non venitemi a dire che sarebbe la stessa cosa!!! non tiro fuori discorsi sulla Natura, ma è la cosa più semplice del mondo: un bambino deve essere allevato da UN UOMO E UNA DONNA!!!
Scusa Paolo, ma dove sta scritto che una persona deve essere allevata da un uomo e una donna? Non confondere il procreare con l’educare. Sono due cose ben diverse. Perché se la mettiamo così nel mondo è pieno di gente, persone anche a me vicine, cresciuta con un genitore solo, che per tutta la vita è stata educata solo dal papà o solo dalla mamma, e ti assicuro, sono cresciuti meglio di tanta gente allevata dai entrambi i genitori.
Il discorso sulla natura fai bene a non tirarlo fuori, perchè non ha assolutamente senso
Paolo, la questione della necessità di crescere con una mamma e un papà viene tirata fuori sempre troppo facilmente e semplicisticamente. Ci sono decine di ricerche in cui studiosi e psicologi confermano che i ragazzi allevati ed educati da due genitori dello stesso sesso hanno le stesse probabilità di manifestare disturbi in età adolescenziale o adulta dei ragazzi cresciuti con una mamma ed un papà. Questo vuol dire che per il bambino non ci sono differenze nell’avere genitori dello stesso sesso o di sesso opposto.
Ciao a tutti, avevo seguito in passato questa questione che mi aveva incuriosito: la citazione riportata sulla sostale egualianza educativa fatta da genitori etero e genitori dello stesso sesso risala ad uno studio del 2001, nel 2006 è stato rifatto uno studio con più dati che sconfessano la prima relazione e evidenziano un evidente incremento di suicidi di ragazzi con genitori omosessuali:
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0049089X12000610
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0049089X12000580
http://www.nytimes.com/2012/06/12/health/study-examines-effect-of-having-a-gay-parent.html?_r=0
http://www.utexas.edu/news/2012/08/29/regnerus_scientific_misconduct_inquiry_completed
.. per completezza l’autore dopo la pubblicazione è stato minacciato dalle organizzazioni LGBT e ha dichiarato , evidentemente sotto pressione , che il metodo utilizzato per le statistiche era troppo generico, a questo punto è intervenuta l’università del Texas che ha ufficialmente approvato il metodo dichiarandolo consono alle analisi statistiche.
Paolo, la questione della necessità di crescere con una mamma e un papà viene tirata fuori sempre troppo facilmente e semplicisticamente. Ci sono decine di ricerche in cui studiosi e psicologi confermano che i ragazzi allevati ed educati da due genitori dello stesso sesso hanno le stesse probabilità di manifestare disturbi in età adolescenziale o adulta dei ragazzi cresciuti con una mamma ed un papà. Questo vuol dire che per il bambino non ci sono differenze nell’avere genitori dello stesso sesso o di sesso opposto.
Il secondo articolo è banale e illuminante allo stesso tempo.
E’ banale perché dice cose semplici e scontate. E’ illuminante perché ancora oggi bisogna ripetere cose semplici e scontate.
Non mi sento di aggiungere molto, valuto positivamente ogni singola parola.
Il primo è, nella sua semplicità, una violenta prevaricazione dei diritti umani.
Analizzerò solamente la parte dedicata alle coppie gay, lasciando da parte il pensiero sull’eutanasia che meriterebbe un ragionamento più approfondito (e quello di Carlo mi sembra puntuale e preciso).
“Sento parlare di matrimonio omosessuale e non capisco. Per fare un matrimonio, da latino matrimonium, formato dal genitivo singolare di mater (ovvero matris, mamma) unito al suffisso –moniumal sostantivo munus ‘dovere, compito’*1) ci vuole una mamma.”
COMMENTO: Credo di non afferrare il concetto. Esistono centinaia di parole che nel corso del tempo hanno assunto significati alternativi e talvolta molto bizzarri. La lingua italiana è in continua evoluzione (Lei ad esempio tenta con tenacia di far entrare nell’uso comune uno scorrettissimo “stà”. Le dirò, mi piace come soluzione, trovo quell’accento molto funzionale, anche se non lo utilizzerei in una pubblicazione online).
Sicuramente l’approfondimento etimologico offre spunti divertenti, ma assolutamente irrilevanti all’interno di un dibattito interno al diritto contemporaneo.
Ogni diritto trova legittimazione fin quando una valida motivazione non ne limita l’azione. E’ un pensiero ormai consolidato tra i giuristi occidentali.
Poi possiamo cambiare la parola “matrimonio” e trasformarla in “paperino” se la battaglia è tutta qui.
“Guardo al cantante Elton John e al suo marito e non vedo una madre. Cosa succede? Provano a cambiare il significato delle parole per cambiare la realtà. Mi sembra una cosa impossibile.”
COMMENTO: Quindi due donne possono sposarsi. La madre c’è in una coppia di lesbiche.
“Eppure ci spiegano che sono i nuovi diritti, matrimonio per tutti. Diritti ? No questi sono le voglie e i piaceri degli adulti che diventano diritti”
COMMENTO: Cosa c’è di male nel rendere le voglie e i piaceri degli adulti dei diritti? Le voglie e i piaceri devono essere certamente tutelati. Non trova?
“Nascono nuove parole edulcorate, per esempio: maternità surrogata o assistita, gestazione di sostegno o per altri. Parole inventate per coprire un nuovo sfruttamento, quello degli uteri in affitto. Donne ricche oppure coppie gay che non potendo soddisfare il loro desiderio di avere figli, pagano donne bisognose perché diventino macchine da figli. Si vuole far credere che si possa fare un figlio senza entrare in relazione con esso. Fine dell’amore materno. Una cosa contro natura, una pratica inumana.”
COMMENTO: “Donne ricche oppure coppie gay” mi ha fatto sorridere, la ringrazio.
Il problema (è un problema?) degli “uteri in affitto” non riguarda (solo) le coppie gay. Quindi passerei oltre.
Il termine “natura” è ambiguo:
1) Cosa vuol dire “natura”?
2) L’uomo è un animale che vive contro natura da sempre
3) In natura esistono animali gay. Il cane di mia sorella tenta sempre di profanare il gatto.
Di “inumano” vedo soltanto il trattamento riservato al mondo LGBT.
“dobbiamo tornare al più presto a dare senso alle parole, per potere trovare la verità, per potere restare ancora umani. ”
COMMENTO: Finalmente mi trova d’accordo. Qua la mano!
La ringrazio per la sua riflessione/lezione di scrittura e commento, provo nella mia pochezza a fare ulteriori riflessioni partendo dalle sue frasi :
Non capisco il paragone tra il cambio totale di significato della parola Matrimonio con la mia parola, sta, che può essere scritta con l’accento o senza ( Dizionario Treccani on line), non è mia intenzione inventare un nuovo linguaggio con quello, sta, era mia intenzione far riflettere sul fatto che un Matrimonio ha bisogno di una madre cioè uno dei suoi scopi è quello di avere figli o adottare figli e quei figli non sono un diritto della coppia, qualsiasi essa sia, anche etero, ma hanno dei diritti che non possono essere soppressi . E tra questi ci sono quelli di avere un padre e una madre e che non vengano fatti degli esperimenti su di loro. Ci sono tanti studi che dicono che i bambini possono crescere bene con 2 papà, ma c’è ne sono altri che dicono il contrario. Conosco, sperando di non farla ridere troppo, un principio che si chiama principio di precauzione, che dovrebbe farci astenere dalla voglia di fare esperimenti sui bambini. Su un essere umano la sola paura di sbagliare dovrebbe farci sospendere ogni esperimento dettato da idee create dalle nostre fervidi menti. L’esperimento di cui parlo, spero si sia capito, è quello di provare a far crescere un figlio con due persone dello stesso sesso.
Io ritengo che il diritto dei bambini sia una valida motivazione per sospendere questo supposto diritto di adottare figli da parte di coppie omosessuali e la parola matrimonio nella nostra legislazione, è la porta che conduce a questa possibilità, la parola paperino mi sembra di no.
Sull’ultima parte ci troviamo in disaccordo perchè lei pensa che l’uomo è un animale, io guardo alla Cappella Sistina, sento una poesia recitata da Benigni, ascolto una canzone di Max Pezzali e non riesco a pensare che noi siamo solo animali, penso che siamo molto di più sia nel bene che nel male.
Se gli uteri in affitto non sono più un problema allora l’uomo è diventato una merce che si può comprare e vendere, fammi un figlio che te lo compro. E’ il massimo del consumismo.
Sono pensieri sempliciotti ma vengono dal cuore e non vogliono essere violenti, vogliono solo provare a mettere un pensiero diverso da quelli che oggi vanno più di moda e che sono vincenti a guardare i giornali e i mass media.
Ma io fin da piccolo sono sempre stato dalla parte degli indiani e voglio continuare a stare li, anche a costo di farla sorridere un po’. Scusi gli eventuali errori di sintassi e grammatica.
“La ringrazio per la sua riflessione/lezione di scrittura e commento, provo nella mia pochezza a fare ulteriori riflessioni partendo dalle sue frasi
Non capisco il paragone tra il cambio totale di significato della parola Matrimonio con la mia parola, sta, che può essere scritta con l’accento o senza ( Dizionario Treccani on line),”
COMMENTO: No. Il Dizionario Treccani fornisce due alternative: sta e sta’. “Stà” non esiste. Ad ogni modo, in quella frase è errata anche la versione con l’apostrofo.
Tendenzialmente non correggo gli errori altrui. Consideravo effettivamente funzionale quell’accento, altrimenti avrei corretto gli altri dieci errori.
“non è mia intenzione inventare un nuovo linguaggio con quello, sta, era mia intenzione far riflettere sul fatto che un Matrimonio ha bisogno di una madre cioè uno dei suoi scopi è quello di avere figli o adottare figli e quei figli non sono un diritto della coppia, qualsiasi essa sia, anche etero, ma hanno dei diritti che non possono essere soppressi . ”
COMMENTO: Non era sua intenzione ma prima di improvvisarsi latinista dovrebbe pensarci cento volte.
Saccenteria chiama saccenteria, mi sono sentito quasi obbligato.
Ma quindi queste lesbiche possono avere figli? Non mi ha risposto. Ci sono addirittura due madri, abbondiamo!
“E tra questi ci sono quelli di avere un padre e una madre e che non vengano fatti degli esperimenti su di loro. Ci sono tanti studi che dicono che i bambini possono crescere bene con 2 papà, ma c’è ne sono altri che dicono il contrario. ”
COMMENTO: Muoio dalla voglia di conoscere questi studi. Può fornirmi alcune fonti?
“Conosco, sperando di non farla ridere troppo, un principio che si chiama principio di precauzione, che dovrebbe farci astenere dalla voglia di fare esperimenti sui bambini. Su un essere umano la sola paura di sbagliare dovrebbe farci sospendere ogni esperimento dettato da idee create dalle nostre fervidi menti. L’esperimento di cui parlo, spero si sia capito, è quello di provare a far crescere un figlio con due persone dello stesso sesso. -”
COMMENTO: Esistono già moltissimi figli cresciuti benissimo con due mamme o due papà, non servono esperimenti.
“Io ritengo che il diritto dei bambini sia una valida motivazione per sospendere questo supposto diritto di adottare figli da parte di coppie omosessuali e la parola matrimonio nella nostra legislazione, è la porta che conduce a questa possibilità, la parola paperino mi sembra di no. -”
COMMENTO: WHAT?
“Sull’ultima parte ci troviamo in disaccordo perchè lei pensa che l’uomo è un animale, io guardo alla Cappella Sistina, sento una poesia recitata da Benigni, ascolto una canzone di Max Pezzali e non riesco a pensare che noi siamo solo animali, penso che siamo molto di più sia nel bene che nel male. Se gli uteri in affitto non sono più un problema allora l’uomo è diventato una merce che si può comprare e vendere, fammi un figlio che te lo compro. E’ il massimo del consumismo. -”
COMMENTO: Tre rivelazioni:
1) L’uomo è un animale
2) Michelangelo probabilmente era gay
3) Max Pezzali è stonato
“Sono pensieri sempliciotti ma vengono dal cuore e non vogliono essere violenti, vogliono solo provare a mettere un pensiero diverso da quelli che oggi vanno più di moda e che sono vincenti a guardare i giornali e i mass media. -”
COMMENTO: Un pensiero sempliciotto che si unisce a tanti altri pensieri sempliciotti per annientare un diritto è sicuramente violento.
In Italia diamo troppo spazio alla violenza travestita da dialogo. Nel 2014 non mi pare più il caso di dialogare su una cosa del genere.
“Ma io fin da piccolo sono sempre stato dalla parte degli indiani e voglio continuare a stare li, anche a costo di farla sorridere un po’. Scusi gli eventuali errori di sintassi e grammatica. ”
COMMENTO: Chi sono io per giudicare un indiano? (semicit.)
La prima ricerca che ho trovato su internet,
Uno studio sui figli dei gay mette in crisi l’America dell’indifferenza sessuale
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Giugno 28, 2012 Benedetta Frigerio
L’Università di Austin ha pubblicato lo studio più completo mai realizzato sui bambini cresciuti dagli omosessuali: «Hanno molte più difficoltà degli altri».
Sono più incerti, più instabili, di salute mentale e fisica più cagionevole, e guadagnano meno. Questo è quello che sostiene una ricerca texana (How different are the adult children of parents who have same-sex relationships? Findings from the New Family Structures Study) che sta facendo discutere tutta l’America, il paese dove si sta verificando un’accelerazione legislativa verso la legalizzazione del matrimonio omosessuale e delle adozioni concesse alle coppie gay.
La ricerca è stata condotta da Mark Regnerus, professore di sociologia presso l’Università di Austin. E ha due caratteristiche nuove: è la prima condotta su un campione molto numeroso e, in secondo luogo, è stato redatto da un istituto laico e da un professore che non avrebbe mai pensato di arrivare a tali conclusioni. Anzi. Regnerus si era sempre espresso a favore dei «gay e delle lesbiche che non penso assolutamente siano cattivi genitori». I ricercatori, analizzando 15 mila casi e intervistando 3 mila persone, tutti compresi tra i 18 e i 39 anni, hanno messo in crisi il consenso scientifico precedente, basato su dati assai più carenti.
Dal nuovo studio risulta che quanti sono cresciuti in famiglie omosessuali sono dalle 25 alle 40 volte più svantaggiati dei loro coetanei cresciuti in famiglie normali. I primi, infatti, sono risultati tre volte più soggetti alla disoccupazione (solo il 26 per cento dei ragazzi cresciuti all’interno delle coppie omosessuali ha un lavoro fisso contro il 60 per cento della media); quattro volte più soggetti a ricevere assistenza pubblica (il 69 per cento dei ragazzi cresciuti da genitori omosessuali sono stati supportati dai servizi sociali, mentre i loro coetanei sono supportati nel 17 per cento dei casi); e sono molto più inclini ad essere arrestati, a dichiararsi colpevoli di atti criminali, a drogarsi, a pensare al suicidio.
La cosiddetta teoria della “non differenza”, che va per la maggiore negli Stati Uniti, si basa invece su una mancanza di dati. Pur in mancanza di studi approfonditi, tuttavia nel 2005 l’Associazione degli psicologi e psichiatri americana si era espressa con una formula volutamente ambigua («Non esiste un singolo studio che dimostri che i figli dei gay e delle lesbiche siano più svantaggiati di quelli degli eterosessuali») e tale proposizione era diventata la “base scientifica” su cui appoggiare le leggi più aperte in materia. Con un paradosso: mentre le ricerche che segnalavano le storture di un’educazione che elimina la differenza sessuale erano tacciate di inattendibilità a causa dell’esiguità del campione, quelle favorevoli, a parità di campione, divenivano in breve le basi su cui legiferare. Per fare un esempio: i legislatori dell’Iowa utilizzarono uno studio che comprendeva solo cinque casi.
La ricerca texana, quindi, a causa dei suoi numeri importanti, mina tali certezze. Non solo: è da considerasi scientificamente valida perché condotta solo su persone ormai “indipendenti”, che cioè non vivono più nelle case di chi li ha cresciuti.
Il professore Regnerus ha dovuto subire le critiche di molti esponenti del mondo omosessuale. Il ricercatore ha così risposto: «Molti di loro sono così perché, cresciuti in famiglie omosessuali, hanno sperimentato abbandoni, divisioni, ed è impossibile dire se la causa delle differenze sia l’omosessualità o solo l’instabilità dei legami. Quel che è certo, infatti, è solo che i bambini sono molto più inclini a crescere bene quando vivono con i loro genitori naturali. Il matrimonio tra loro fornisce un legame biologico che dà una grande influenza benefica ai bambini». Regnerus si è detto convinto che «i nuclei familiari biologici e stabili, anche se considerati erroneamente come una specie in via di estinzione, rimangono gli ambienti più sicuri per la buona crescita dei figli». Perciò se «mi fosse richiesto di pensare a un modello ideale dovrei per forza avvicinarmi a quello di una famiglia tradizionale».
Sebbene Regnerus abbia specificato di «non voler assolutamente dare colpe agli omosessuali» né di voler «dire che il problema stia nel loro comportamento sessuale», il suo studio ha generato un uragano. I blogger e le associazioni Gay l’hanno accusato di essere “bigotto” e “retrogrado”. La sua ricerca, costata più di 800 mila dollari e pubblicata su una rivista scientifica rinomata (Social science research), è stata definita “spazzatura”. Il professore ha sottolineato che il suo approccio «è quello di qualunque scienziato professionista: qualunque statistico ed elaboratore di dati li assemblerebbe così, arrivando alle stesse mie conclusioni». Infine, Regnerus è arrivato a scusarsi di aver solo voluto «colmare un vuoto scientifico per un approccio più serio». Spiace, ha dichiarato, perché «non avevamo davvero nessun obiettivo precostituito».
Giuse,
il discorso è così grande e delicato che non lo si può limitare alle fredde statistiche. Gli uomini non sono un numero.
Ma se vogliamo porla sui freddi numeri: quanti ragazzi abbandonati, picchiati, disadattati, trattati male, finiti sulla cattiva strada sono stati allevati da genitori etero? Il mondo, ahinoi, ne conta centinaia di migliaia.
Parlando invece di cose positive: quanti ragazzini che conosciamo sono cresciuti solo dalle mamme, solo dai padri, solo dagli zii, solo dalle nonne perché manca un genitore (che sia andato via di casa, morto, ecc.?)
Quindi: verissimo che l’ambiente fa l’uomo. Perché quello gay non può essere un ambiente sano?
Vogliamo dire una volta per tutte che i figli crescono bene da GENITORI CHE LI ALLEVANO CON AMORE, che siano etero o gay?
“Correlation is not causation”.
Questo studio non dimostra assolutamente nulla.
Lo so anche io che i figli di coppie gay “hanno molte più difficoltà degli altri”. In Texas a maggior ragione.
Io mi aspettavo uno elaborato di scienza capace di dimostrare le differenze tra una coppia eterosessuale e una gay.
I figli di gay del Texas si sparano in testa perché vengono chiamati fags, non perché gli manca la mamma.
La condizione occupazionale dovrebbe essere un dato abbastanza chiaro. I figli dei gay vengono discriminati.
Lei tenterebbe di dimostrare la superiorità dell’uomo nei confronti della donna basandosi sulle differenze salariali? Suppongo di no, dunque perché utilizzare un dato evidentemente legato alla discriminazione per denunciare un modello educativo?
Questo studio è statisticamente rilevante e offre ottimi spunti, ma le conclusioni sono errate.
Forse se la smettessimo di calpestare i diritti altrui quelle statistiche migliorerebbero sensibilmente. Forse….
Voglio ringraziare tutti i commentatori e scrittori perchè avete espresso le vostre idee senza farvi trascinare nel dibattito cattolici VS laici.
Quando ho visto l’impaginazione del mio scritto sul sito, mi sono arrabbiato e ho subito scritto la mia contrarietà ai curatori di Idealmentre, per il modo con cui erano state usate le mie idee e cioè, come erano diventate idee cattoliche senza che io avessi mai utilizzato una sola parola che richiamasse la Chiesa il Papa la religione.
Credo che le idee in quanto tali, se non quando non sono chiaramente espresse , non dovrebbero mai essere etichettate, perchè se no si chiude il dialogo e si apre un confronto arroccato su preconcetti.
Ho avuto paura che il dibattito non si aprisse sulle idee da me scritte, ma come succede sempre nei talk show televisivi, ci si dividesse tra laici e cattolici.
E invece voi mi avete voluto contrastare, avete disapprovato e commentato le mie idee in quanto tali e non perchè, come poteva fare pensare il titolo,aggiunto dai curatori di idealmentre, come idee di parte cattolica.
Grazie di questo, sono convinto che è il primo passo per un vero dialogo che può essere anche aspro e appuntito, ma che mi da la speranza che prima poi potremo ritrovarci su argomenti comuni.
E’ solo questione di tempo, credo. Ovvio che la Chiesa non possa cedere così facilmente sulle unioni omosessuali. Ricordiamo che se è 2000 che governa e spesso è risultata l’istituzione più efficace, a differenza dei tanti governi, un motivo ci sarà. Tuttavia è significativo che l’argomento unioni gay sia stato trattato nel Sinodo e che comunque abbia spaccato i vescovi. Un tempo, non sarebbe nemmeno stato degno di un confronto o comunque sarebbe stato respinto con maggioranze bulgare. La chiesa ha purtroppo sempre bisogno di più tempo del necessario per capire i cambiamenti del tempo. Ma ci arriverà. magari tra venti anni, ma arriverà ad approvare le unioni omosessuali. vedrete.